Mes, Patto di Stabilità e democrazia economica spiegati chiaramente.
Ci capita sempre più spesso la sera, all’ora di cena, guardando i principali TG del nostro paese, di sentire frasi o titoli di questo tipo: “La politica litiga sul Mes”, “Prendere o non prendere il Mes?”, “Ratificare o non ratificare il Mes?”. È un mio vecchio pallino, credo che che ormai chi segue questa rubrica se ne sia reso conto, ovvero la traduzione di tutte le sigle, di tutti i termini.
Io credo che se la discussione economico-politica non diventa chiara in questo paese, non avremo mai un’evoluzione della nostra opinione pubblica e della nostra democrazia.
Ma che cos’è questo Mes appunto? Perché i politici si accapigliano su questa sigla? Vuol dire Meccanismo Europeo di Stabilità. È una prova diciamo solidale che fa l’Europa di avere un fondo comune, una sorta di identità collettiva economica che non sia solo l’Euro , per venire incontro alle difficoltà singole dei vari paesi membri .
Qualcuno non si fida, si pensa che in effetti chi l’abbia autorizzato abbia avuto dei danni. Qualcuno dice invece che non è vero. Si pensa che sia un capestro, addirittura un pericolo, un aumento del debito. Perché, certo, questi soldi anche se sono in un fondo comune, quindi a disposizione di tutti, quindi prodotti attraverso dei meccanismi che riguardano l’Unione Europea, poi in realtà non sono soldi regalati e qui entriamo nel merito. Perché forse la discussione andrebbe fatta, più che con questi titoli generici, spiegando agli italiani che cosa vorrebbe dire nel merito prendere questi soldi, circa 40 miliardi.
E noi non abbiamo già preso i soldi del PNR che sono circa 191 miliardi, anche questi in parte a debito ?
A proposito non abbiamo già un debito molto grande, uno tra i più complessi e pericolosi d’Europa, di cui stiamo discutendo anche nel cosiddetto Patto di stabilità, un altro tema cui dedicheremo presto un intero articolo.
Messo così come titolo la gente non lo capisce. Che vuol dire “Patto di stabilità”? Vuol dire una serie di regole comunitarie che sono state date prima del covid rispetto a un tetto massimo di rientro negli anni dei vari paesi europei. Ora l’Italia dice che quelle norme sono vecchie, c’è stato il Covid, ci sono state due guerre, c’è stato l’aumento del costo delle materie prime e dei prezzi dell’energia. C’è stata una grande inflazione e dei tassi di interesse altissimi e quindi quei parametri vanno rivisti. Qualcuno dice che se l’Italia otterrà, diciamo, questa forma di elasticità rispetto ai suoi obiettivi ratificherà entro la fine dell’anno il Mes.
Cosa vuol dire “ratificare”? Vuol dire renderlo effettivamente attivo, almeno sul piano della potenzialità. Siamo l’ultimo paese dei paesi membri che ancora non l’ha fatto. Se noi non lo faremo entro quella data il meccanismo comunitario diventerà non valido per tutti.
Ci prenderemo questa responsabilità? Probabilmente no, probabilmente faremo questo scambio per certi versi legittimo, probabilmente faremo altro debito, magari non li prenderemo poi per davvero questi soldi. Ma è giusto informare la gente di quello che c’è davvero sul piatto quando ci sono questi slogan e questi titoli che non devono essere solo per i commentatori specializzati. La democrazia economica è per tutti .